Ginevra Villa
Con 25 anni di storia e oltre 50.000 Coach con credenziali ICF nel mondo, l’International Coaching Federation, è di fatto il più importante hub per il coaching a livello globale.
Tra le tantissime opportunità di apprendimento che ICF s’impegna a garantire allo scopo di far crescere ed evolvere la community dei Coach, c’è Converge.
Si tratta di una conferenza che viene organizzata ogni due anni con l’obiettivo di far “convergere” i Coach di tutto il mondo per una tre giorni di networking e soprattutto di intenso confronto sui temi del coaching.
Un’agenda suddivisa in 5 stream tematici: Align, Envision, Expand, Explore, Learn, oltre 70 sessioni di approfondimento tra signature talks, sessioni specializzate, workshop e learning circles, Converge è davvero una preziosa opportunità per vedere la professione del coaching in tutte le sue declinazioni ed evoluzioni, oltre che di sperimentare nuovi approcci e strumenti.
Tra i tanti temi affrontati, molto spazio hanno avuto l’Intelligenza Artificiale, Team e Group Coaching, Intercultural Coaching, Coaching Culture, Wellbeing e DE&I.
Converge 2023 è stata particolarmente emozionante anche perché la community si è ritrovata per la prima volta dopo 4 anni dall’ultima edizione in presenza a Praga nel 2019.
Dal mio punto di vista un Coach non può prescindere dal continuo miglioramento personale e professionale.
Possiede quindi un mindset dinamico che gli permette di apprendere da ogni situazione.
E’ intuitivo, curioso, possiede intelligenza emotiva e interculturale ed è capace di gestire la complessità.
Coltiva nel tempo le 8 core competencies sulle quali i coach ICF sono chiamati a formarsi e a misurarsi ogni tre anni per il rinnovo delle credenziali o il passaggio alle credenziali di livello superiore.
Una bella sfida per il coaching aziendale da qui ai prossimi anni sarà riuscire a mantenere, in un contesto sempre più influenzato dall’evoluzione tecnologica, alto il livello con una proposta di coaching di intensità e qualità umana, capace di rispondere da una parte ai bisogni professionali e personali di una popolazione aziendale composita e dall’altra alle esigenze di evoluzione e performance del business.
Saper, pertanto, riconoscere e valorizzare la preziosa alleanza che può nascere da un incontro consapevole tra coaching professionale, etica e tecnologia e indirizzarla verso un impatto positivo su persone, business e società.
Innanzitutto, non importa quale sia la declinazione o l’obiettivo finale, il coaching arriva dove altri strumenti e approcci non riescono ad essere altrettanto efficaci: innescare un cambiamento per generare una trasformazione.
Inoltre, studi recenti dimostrano che il coaching ha impatti positivi sulla capacità di resilienza e sulla propensione all’azione.
Resilienza e propensione all’azione giocano un ruolo fondamentale nel sostenere quella trasformazione che individui e organizzazioni sono sempre più chiamati a mettere in campo per rispondere alle sfide di un mondo che cambia da VUCA (Volatile, Uncertain, Complex, Ambiguous) a BANI (Brittle, Anxious, Nonlinear, Incomprehensible).
E’ quindi strumento di development per eccellenza che consente di mettere le persone al centro della propria crescita professionale aiutandole a sviluppare consapevolezza, competenze e visione, ad allenare nuovi comportamenti e a sprigionare energie e intenzioni in maniera sinergica con l’evoluzione del business.
Credo che il coaching per lo sviluppo della leadership e di high performing teams continuerà ad essere fondamentale per le tante organizzazioni in deficit di soft skills.
Oltre a questi “evergreen”, guardando al corporate coaching auspico si possa vedere un’espansione del coaching per l reskilling, ovvero lo sviluppo di nuove competenze, purpose e resilienza, il cui fabbisogno sarà evidenziato dall’impatto di intelligenza artificiale, automazione, green economy e sustainability.
Un caro saluto e grazie a nome di tutto il team Hacking Talents!
Autore: Christian Clerico Titinet